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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 21:08

L'olocausto, fra negazionisti e assertori

By Dual_Core alle 21:08

Riprendiamo dall'interessantissimo sito della casa editrice La Giovane Talpa il libro di Norman Finkelstein "L'industria dell'Olocausto", testo cruciale per la comprensione dello sfruttamento della tragedia vissuta dal popolo ebraico operato dalle lobby sioniste internazionali.
Come scrivono nella loro premessa i redattori della Giovane Talpa, il libro è stato "inspiegabilmente" ritirato dalle librerie italiane dopo essere stato pubblicato nel 2002.
Come tutti, ignoravamo che fosse stato perpetrato quest'atto di inaccettabile censura e di violazione del diritto di informazione. Ci associamo, dunque, all'iniziativa meritoria de La Giovane Talpa (di cui condividiamo pienamente anche la premessa), mettendo a disposizione dei nostri lettori il testo di Finkelstein. Consigliamo, data la lunghezza, di scaricarlo e stamparlo.
Pubblichiamo anche il link al sito de La Giovane Talpa, dove sono presenti informazioni politico - letterarie ed altri testi liberamente scaricabili.
Premessa: Nel pubblicare in versione elettronica questo libro sottoposto a copyright Rizzoli non pensiamo di fare opera di pirataggio alcuno. La Rizzoli dopo aver pubblicato questo volume nel 2002 ha deciso di ritirarlo dal mercato senza spiegazione alcuna. I motivi ce li immaginiamo. Rendendo disponibile questo volume NON A SCOPO di lucro facciamo ciò che dovrebbe essere un dovere che nei confronti di un'opinione pubblica sempre più intorpidita culturalmente e scarsamente reattiva intellettualmente. Il libro è vieppiù interessante nella misura in cui alcuni commentatori come il signor A. Sofri, tendenziosamente sostengono che l'antisionismo altro non sarebbe che una variante dell'antisemitismo (La Repubblica 28 novembre 2003).
In realtà fu proprio il movimento sionista a negoziare con i nazisti, focolare ebraico e a vedere nello sterminio degli ebrei in Europa un gigantesco spot da sfruttare in vista della costituzione del proprio Stato in Palestina. I comunisti rivoluzionari - e cioè coloro che mai si macchiarono dei crimini stalinisti anche contro gli ebrei - non possono essere antisemiti perchè non credano che esista razza alcuna e sono per la fratellanza tra tutti gli uomini al di là dei loro credi religiosi, delle loro culture o delle loro preferenze sessuali. All'inizio del secolo furono migliaia i comunisti e gli anarchici di origine ebraica.
Finkinstein non è né un autore negazionista né revisionista. Appartiene invece a quella che viene definita la sinistra liberal americana. Tuttavia nel capitalismo la libertà di espressione finisce laddove cominciano giganteschi interessi economici e politici. Così nessuno si è mai sognato di chiedere conto alla Turchia delle condanne alla detenzione di alcuni attivisti e intellettuali che avevano cercato di pubblicizzare il genocidio degli armeni all'inizio del secolo scorso.
Infine per chiarezza non condividiamo neppure il revisionismo e il negazionismo "di sinistra" sviluppatosi in Francia e che non ha mai attecchito in Italia malgrado gli sforzi dell'Editrice Graphos. Costoro non sono più dei rivoluzionari ma solo degli avventurieri. Non si capisce come si darebbe maggiore impulso alla denuncia dei crimini angloamericani negando l'esistenza dei campi di sterminio.
Il libro di Finkelstein va in tutt'altra direzione.
Siamo sempre disponibili a togliere il libro dal nostro sito nel momento in cui la Rizzoli S.p.A. rimetterà in commercio il libro. Non ci piacciono i roghi dei libri e le censure preventive.
Assomigliano troppo a quello che si è visto nella Germania nazista e nella Russia stalinista.
O nell'America del Maccartismo.

Fonte: Indicius.it

--------> Download L'industria dell'Olocausto

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