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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 08:26

Testa, perdi. Croce, perdi comunque.

By Dual_Core alle 08:26


La guerra in Afghanistan è una guerra che sia l' America che Obama perderanno, non importa quello che facciano ora gli Stati Uniti o il presidente Obama. Il paese e il suo presidente sono in una situazione di blocco totale.

Considerate la situazione di base. Il governo afgano a Kabul non ha alcuna sorta di legittimità per la maggior parte della popolazione. Né ha un esercito degno di questo nome. Esso non ha una base finanziaria. Non ha quasi sicurezza militare nè personale da nessuna parte. Deve affrontare l'opposizione di una guerriglia, i talebani, che controllano la metà del paese e che di si sono rafforzati in maniera costante da quando il governo talebano fu rovesciato nel 2001 da una invasione straniera (in gran parte americana). Il New York Times riporta che i talebani "diriggono una sofisticata rete finanziaria per pagare le loro operazioni insorgenti", qualcosa che i funzionari degli Stati Uniti stanno cercando, senza successo, di tagliare.

Recentemente, il presidente Hamid Karzai è stato rieletto con un votazione chiaramente falsificata. Il governo americano ha accettato di mandar giù questo perché Karzai è l'unico grande politico pashtun, gruppo etnico che è la base di sostegno per i talebani. Pertanto, è l'unico che può sperare di raggiungere un accordo politico con alcuni o tutti i talebani.
Gli USA hanno dovuto vergognosamente in modo pubblico riconoscere la frode elettorale e hanno ricevuto pressioni per spingere Karzai ad accettare un secondo turno di voto. Non vi è alcun dubbio che Karzai avrebbe vinto il ballottaggio. Dopo le elezioni, la sua posizione politica sarà molto debole.

Il principale alleato politico degli Stati Uniti nella regione, il Pakistan, è chiaramente colluso con i talebani, in gran parte per la propria sopravvivenza interna. Il comandante militare Usa, generale Stanley McChrystal, insiste sulla necessita di 40.000 soldati in modo immediato, o sarà troppo tardi per vincere la guerra in Afghanistan. Sembra poco improbabile che ottenga il numero completo di queste truppe, o in maniera abbastanza veloce per rispettare la scadenza implicita. Ci sono molte figure militari che mettono in dubbio il fatto che abbia ragione nel sostenere che i suoi 40.000 soldati, se arrivassero subito, possano cambiare la situazione.

Non è molto rischioso suggerire che l'America dovrà ritirarsi dall'Afghanistan a un certo punto. Chi verrà al potere in Afghanista per allora, è una questione molto aperta. Potrebbe anche esserci una lunga guerra civile.

All'interno degli Stati Uniti, il parere in merito alla guerra "persa" sarà diviso in estremi. Sembra chiaro che i repubblicani si prepararino a mettere sotto accusa di traditori i democratici in generale e Obama in particolare. Il generale McChrystal potrebbe essere il loro candidato per la presidenza, se non nel 2012, poi nel 2016.

Obama non otterrà nessun credito da qualsiasi cosa faccia. Se fornisce sostegno pieno e immediato alle richieste McChrystal, continuera ad essere accusato dai repubblicani di averlo fatto troppo tardi. Allo stesso tempo, avrà generato profonda rabbia almeno tra la metà se non di più, tra coloro che hanno votato per lui nel 2008.

La guerra in Afghanistan diventerà la guerra di Obama. Quando gli Stati Uniti "perderanno" quella guerra sarà Obama, che sarà accusato di aver "perso". Anche se riesce ad approvare una qualche forma di legislazione sanitaria (che è possibile), e anche se la situazione economica degli Stati Uniti e del mondo dovesse migliorare nei prossimi anni (il che è in dubbio), la guerra in Afghanistan resterà l'ombra più grande e, di per sé, l'elemento più importante per giudicare la sua presidenza.

Obama può cambiare questa situazione spostandosi drammaticamente in un'altra direzione - verso una rapida accordo politico con i talebani e una ritirata completa? - A parte il fatto che non vi è alcuna prova pubblica che Obama stia valutando questo, non c'è ancora il livello di sostegno pubblico in America per far in modo che sia un'opzione politica per lui. Ancora non può contare col supporto necessario all'interno del suo stesso governo per un drastico cambiamento.

Così gli Stati Uniti e Obama inciamperanno con la questione, per uno o due anni, mentre la situazione politica e militare si deteriora. Per l'America e per Obama, se esce testa perdono, se esce croce, perdono lo stesso.

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=94743

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