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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 03:23

Lo spirito della ribellione è ancora vivo

By Dual_Core alle 03:23


di Gianluca Bifolchi

Nel maggio del 1998 l'editore Feltrinelli di Milano dava alle stampe "Prima di morire", la trascrizione di due quaderni trovati nello zaino di Ernesto Che Guevara dopo la battaglia di Quebrada del Yuro dell'8 Ottobre 1967, il giorno prima della sua esecuzione sommaria (da cui il titolo del libro). La copia dei quaderni era arrivata all'editore in un plico partito da La Paz per canali riservati, forse gli stessi che avevano permesso nel 1968 di pubblicare in Italia in anteprima mondiale il "Diario in Bolivia", trovato tra gli stessi effetti personali in cui erano i due quaderni.

Gli appunti integralmente pubblicati in "Prima di morire" sono fitte note di lettura che rispecchiano gli interessi teorici di Che Guevara durante la sua ultima avventura guerrigliera, per lo più citazioni da Mao, Stalin, Marx, Rosa Luxemburg, Lenin, e così via. Qui è lì, secchi e brevi commenti della mano di Ernesto.

Sia le citazioni che i commenti provano, se ce n'era bisogno, l' ortodossa adesione ideologica di Che Guevara, fino praticamente all'ultimo respiro, alla tradizione marxista-leninista, e non come semplice riferimento ai testi fondamentali, ma anche come rapporto ora critico e ora dialettico, ma sempre organico, alla parabola dei paesi del socialismo reale, URSS in testa. Ci si imbatte di tanto in tanto in qualche stoccatina a Kruscev o a Trotskij, mentre Stalin appare sempre in contesti che vorrebbero suggerire un maggiore spessore teorico e una maggiore maturità rivoluzionaria.

E' sorprendente, in effetti, che un marxista dalle idee che oggi apparirebbero