░░░░░░░░░░░░░░░░G░L░O░B░A░L░I░C░I░D░I░O░░░░░░░░░░░░░░░░
"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 00:32

Blackout informativo sul soccorso cubano ad Haiti

By Dual_Core alle 00:32



By DAVE LINDORFF

Nei primi giorni critici dopo il terremoto che ha colpito Haiti, solo due agenzie di stampa americane hanno informato della rapida risposta cubana alla crisi. Uno è stata la Fox News, che ha sostenuto, a torto, che i cubani erano assenti dalla lista dei paesi dei Caraibi vicini, che avevano prestato assistenza. L'altro è stato il Christian Science Monitor (una rispettata agenzia di notizie che ha recentemente chiuso la sua edizione di stampa), che ha correttamente segnalato che Cuba aveva inviato 30 medici ad Haiti.

The Christian Science Monitor, in un secondo articolo citava Laurence Korb, un ex segretario della difesa  e attuale membro del Center for American Progress, che dichiarava che gli Stati Uniti, che liderano gli sforzi di soccorso ad Haiti, dovrebbero "pensare di utilizzare la conoscenza della vicina Cuba ", che ha detto," ha alcuni dei migliori medici del mondo, "dovremmo cercare e trasportarli in aereo ad Haiti ".


Per quanto riguarda gli altri media americani, hanno semplicemente ignorato Cuba.

In realtà, hanno omesso di informare che Cuba contava già con circa 400 medici, paramedici e altri membri del personale medico inviato ad Haiti per aiutare quotidianamente le esigenze sanitarie del paese più povero delle Americhe, e che questi professionisti sono stati i primi rispondere al disastro, tirando su un ospedale appena fuori l'ospedale principale di Port-au-Prince, abbattuto dal terremoto, e un secondo ospedale di campo in un'altra parte della città colpita.

Lungi dal "non fare nulla", dopo il disastro, come sosteneva la propaganda di destra di Fox-TV, Cuba è stato uno dei paesi che hanno risposto più efficientemente e in modo cruciale a questa crisi, dal momento che prima del terremoto aveva già una struttura sanitaria che è stata in grado di muoversi rapidamente per cominciare a trattare le vittime immediatamente.

Com'era prevedibile, la risposta d'emergenza americana si è concentrata principalmente, almeno in termini di personale e di denaro, sull'invio dell'enormemente costosa ed inefficiente macchina militare USA - una flotta aerea e di una portaerei, un fattore da prendere in considerazione quando si esamina la cifra di 100 milioni di dollari che l'amministrazione Obama sostiene di aver stanziato per l'assistenza di emergenza ad Haiti. Dato che il costo di funzionamento di una portaerei, compreso l'equipaggio, è di circa $ 2 milioni al giorno, solo per l'invio di un plotone a Port-au-Prince per due settimane si consumeranno un quarto degli aiuti degli Stati Uniti promessi, e anche se molti dei soldati inviati certamente lavoreranno per aiutare, per distribuire, per fornire e per custodire le scorte, la lunga storia USA del brutale controllo militare / coloniale su Haiti porta inevitabilmente a temere che altri soldati si dedicheranno a garantire la sopravvivenza e il controllo della èlite haitiana di politici parassiti Pro-USA.

D'altra parte, gli Stati Uniti hanno ignorato quotidianamente il perdurare della crisi umanitaria in Haiti, mentre Cuba ha svolto il compito di fornire assistenza sanitaria di base.

Non che fosse difficile trovare i cubani a Port-au-Prince. Democracy Now! disponeva di una relazione, come lo aveva anche la rivista Noticias de Cuba con sede a Washington. Quello che succede è che raccontare agli americani le buone azioni di un paese povero e orgogliosamente comunista non è esattamente qualcosa che i grandi media americani sono disposti a fare.

Fonte originale:  http://www.counterpunch.org/lindorff01192010.html

0 commenti