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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 18:17

Le paure infondate

By Dual_Core alle 18:17


La paura è tra i sentimenti più intensi dello spettro emozionale. Persino l'uomo più impavido non ne è completamente immune, anche perché, i processi mentali ad essa relazionati, attivano quei meccanismi di protezione senza i quali sarebbe impossibile evitare situazioni potenzialmente mortali. La paura può quindi essere una preziosa alleata, fintanto che dura il periodo necessario a garantire la sopravvivenza, ma diventa una spietata nemica quando le si concede troppo spazio. Se lasciata libera di crescere, prende forza da se stessa, si radica al subconscio e può provocare, tra i casi più noti, disagio, mortificazione, atti inconsapevoli, profondi scompensi emotivi, sintomi fisici di varia entità, cambiamenti di personalità, paralisi, follia. Generalmente scaturisce da ignoranza e insicurezza, una miscela talmente tossica da inibire qualsiasi "sinapsi costruttiva", ma può anche essere associata a traumi o avere "vita propria".

In termini biologici la paura mette in allarme tutte le cellule del corpo costringendole ad una repentina riorganizzazione per predisporsi all'ipotetico, tragico evento in arrivo. Il cervello disattiva la razionalità e fa partire impulsi a raffica, il corpo contrae i muscoli, restringe i vasi sanguigni, aumenta il battito cardiaco e la respirazione, blocca numerose funzioni e rilascia nel sangue ormoni specifici. Insomma, subisce una sorta di stress pre-traumatico che installa il "pilota automatico", una condizione da tenere il minimo indispensabile e che può produrre gravi problemi se protratta più del dovuto. Come è facilmente intuibile, una mente impaurita per lungo tempo, non è più una mente libera di essere creativa, ma diviene una mente stressata, confusa e debole.

La paura ha vari livelli di intensità e si aggancia principalmente agli elementi che costituiscono l'ambiente di vita conosciuto. Volendo paragonare l'uomo dell'età della pietra con l'uomo moderno, ci accorgiamo che la quantità e la qualità della paura percepita sono ben diverse. Mentre svariate migliaia di anni fa, l'effettivo timore, era strettamente legato ai fatti che riguardavano solo quel particolare presente, fatti reali e pratici, come la caccia, le possibili aggressioni di animali, le intemperie, i fulmini, ecc, e poi, cessata l'emergenza, si tornava in armonia, oggi, si può considerare normale avere paura praticamente di tutto, che il fatto esista realmente o non esista affatto, che appartenga al passato, al presente o al futuro, e la si può subire per così tanto tempo da farne addirittura uno stile di vita; ce n'è talmente tanta in circolazione da dover adottare misure preventive. Facendo questa breve analisi possiamo renderci conto che, tra i due soggetti, la differenza in termini di qualità di esistenza è notevole e che quasi la totalità delle paure che accompagnano l'uomo di questa era sono infondate, poiché ben poco hanno a che fare con la realtà concreta.

La vita frenetica di oggi non rispetta le necessità dettate dal ritmo interiore di ognuno e obbliga tutti, senza eccezioni, ad una corsa continua, estenuante e dalla velocità crescente. Chi non partecipa a questa infinita "maratona truccata" o chi rimane indietro, è perduto, non ha privilegi. E' la legge della competizione. La società attuale assomiglia ad una guerra tra i corridori, più o meno preparati, e gli organizzatori della corsa, sempre pronti a mettere ostacoli in modo da limitare incondizionatamente i partecipanti e a porre nuovi, falsi obiettivi per potenziarne l'ego che servirà da carburante. Uno degli ostacoli più efficaci e collaudati è sicuramente la paura. Scoraggiare la cooperazione mantenendo le persone in un costante stato di allerta contro pericoli indefiniti, inesistenti, diventa così il modo migliore per governare la "mandria" e mantenerla a debita distanza dal vero traguardo: la consapevolezza che conduce all'evoluzione. Sentirsi inadeguati, incapaci, inutili, poveri, vecchi, poco attraenti, raggirati, scherniti, esclusi, minacciati, aggrediti, contagiati, invasi, consumati dalla malattia, derubati delle proprietà, sono solo alcune tra le paure attualmente più diffuse che, pur essendo il più delle volte prive di senso e frutto di informazioni distorte, si trasformano in resistenti fobie.

Fobie e ansie di un ego sconvolto, instillate sapientemente dal sistema e che producono il loro tornaconto sfociando in malattia, degenerazione, malleabilità e vittimismo. Creare un pericolo dal nulla, denunciare la sua esistenza stimolando l'emotività e poi, una volta ottenuta l'attenzione, proporsi come risolutori del problema stesso, è la tecnica preferita da chi ci dirige e desidera mantenere il controllo di questa assurda corsa verso la regressione e la schiavitù. Ancora una volta si rammenta che il potere creativo della coscienza collettiva è sempre attivo e implicato in questo processo di "vittima-carnefice". Focalizzarsi sul problema (o sulla paura), da energia unicamente al problema, rafforzandolo e attirando situazioni affini, parimenti, focalizzarsi sulla soluzione, devia l'energia dal problema favorendo lo stato ottimale in cui la soluzione inevitabilmente si manifesta. L'Universo è l'effetto di leggi creative, immutabili e seguirne il flusso positivo sarà sempre più facile che opporsi ad esso. Non sarebbe quindi opportuno riprendere il comando, smettere di correre all'impazzata e concentrarsi sul desiderio di soluzioni, anziché farci manovrare da chi, queste leggi, le conosce bene e le usa contro di noi per i propri interessi? Perché ciò avvenga occorre sostituire la paura (emozione negativa), con il coraggio (emozione positiva). Come operare un simile cambiamento di prospettiva?

Vincere la paura che ormai caratterizza questi tempi e che, sempre più spesso, condiziona le nostre scelte, è un'impresa ardua ma possibile. Riconquistare l'equilibrio, richiede capacità di osservazione, volontà di lavorare su se stessi e desiderio di comprendere e controllare le proprie emozioni.

La scala delle emozioni (invitare con gradualità pensieri migliori)

Quando ricordiamo che i nostri sentimenti indicano il grado di allineamento con l'energia della Fonte (ciò che risponde al nostro potere creativo) e che, meglio ci sentiamo, più stiamo permettendo l'allineamento con ciò che desideriamo, ci risulta più facile capire come reagire alle emozioni. In altre parole, immaginiamo una scala con diverse gradazioni, capace di mostrarci il grado di allineamento con l'energia della Fonte (livello più alto = piena connessione, livello più basso = non permettiamo nessun allineamento). Essere perfettamente allineati significa essere liberi, consapevoli del nostro potere, connessi alla nostra parte migliore, saggia e creativa.


Un esempio di gradazione delle emozioni potrebbe assomigliare a quanto segue:
  1. Gioia/Conoscenza/Potere/Libertà/Amore/Apprezzamento
  2. Passione
  3. Entusiasmo/ Desiderio ardente/Contentezza
  4. Attesa positiva/Convinzione
  5. Ottimismo
  6. Speranza
  7. Soddisfazione
  8. Noia
  9. Pessimismo
  10. Frustrazione/Irritazione/Impazienza
  11. Senso di sopraffazione
  12. Delusione
  13. Dubbio
  14. Preoccupazione
  15. Biasimo
  16. Scoraggiamento
  17. Collera
  18. Desiderio di vendetta
  19. Odio/Furore
  20. Invidia
  21. Insicurezza/Colpevolezza/Indegnità
  22. Paura/Dolore/Depressione/Disperazione/Impotenza





























La mente può concentrarsi solo su uno stato alla volta. L'affermazione "in questo momento intendo trovare il pensiero che mi farà stare meglio" può essere d'aiuto per spostare il focus dall'emozione negativa provata in quell'istante, a qualcosa di meno sgradevole, progressivamente, soffermandosi di volta in volta fino a sentirsi effettivamente meglio. Potrebbe risultare difficile e innaturale compiere passi troppo grandi. A volte si è indotti quasi spontaneamente a spostarsi verso gradazioni vicine e più sopportabili, ma, iniziata consapevolmente la scalata, è necessario impegnarsi e mantenersi nella direzione positiva. Smettere di avanzare produrrebbe un inutile ristagno e tornare indietro comporterebbe un nuovo peggioramento con tutte le conseguenze annesse. Fermandosi e riconoscendo, ad esempio, che un pensiero irritante fa stare meglio della depressione, del dolore o della paura che rimpiazza, si attenua il senso di impotenza e si è spinti a proseguire la risalita. Con il tempo la capacità di controllo aumenterà considerevolmente permettendo l'accesso ad emozioni più gratificanti.

L'attenzione ai sentimenti è necessaria per capire cosa ci sta accadendo; le emozioni sono l'unico indicatore di ciò che stiamo attraendo nella nostra vita. Ascoltare il nostro sistema di guida emotivo per capire se siamo allineati con il flusso del benessere e scegliere di spostarci verso emozioni più adatte per noi, ci è utile per diventare artefici della nostra esperienza e per avvicinarci alla connessione completa con la nostra autentica essenza: la Gioia!

Fonte: Coscienzaevoluta

1 commenti

André Andrade Silva on 8 agosto 2009 alle ore 18:28  

nice blog, acess my: http://row51.blogspot.com/