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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 01:54

L'insurrezione che viene...

By Dual_Core alle 01:54

Il famoso libretto che ormai sta facendo il giro del mondo:


Non c'è un libro da tradurre, né una storia da raccontare... (prefazione all'edizione italiana)

«Lo scandalo di questo libro è che tutto quello che vi figura è rigorosamente e
catastroficamente vero, e non cessa di avverarsi, ogni giorno di più». Queste le parole
rilasciate il 25 maggio 2009, al quotidiano Le Monde, da Julien Coupat, rilasciato da lì a
qualche giorno dopo una detenzione durata sei mesi, decisa sulla base di sospetti, e
senza prova alcuna. Julien Coupat è accusato non tanto di essere il «capo» di una
presunta «cellula terroristica», non tanto di aver sabotato le linee ferroviarie dell'alta
velocità francese, quanto piuttosto di aver scritto L'insurrezione che viene, il libro che
avete tra le mani. E queste sue parole potrebbero riassumere il motivo per il quale
abbiamo deciso di tradurlo: perché quel che dice è vero, e soprattutto, lo dice. Senza
compromessi di linguaggio e stile, senza promesse di comprensioni da raggiungere al
termine di chissà quali interpretazioni, il Comitato Invisibile ha condensato nelle pagine
che seguono una serie di esperienze sensibili a tutti, e da tutti immediatamente
riconoscibili. L'insurrezione che viene non ha nulla a che vedere con i saggi di filosofia
politica piazzati in un qualsiasi irraggiungibile pantheon di un qualsiasi vuoto
dogmatismo: esso fa della vita e della realtà una questione, in primis, di riflessione e,
conseguentemente, di azione. E lo fa con un atto, deliberato e tangibile, di
riappropriazione della vita.....


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