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"Chiamare «società» il popolo di estranei in mezzo al quale viviamo è una tale usurpazione di significato che gli stessi sociologi hanno avuto la decenza di rinunciare a al concetto. Essi preferiscono ora la metafora della rete per descrivere il modo in cui si connettono le solitudini cibernetiche, con cui si annodano le deboli interazioni conosciute sotto al nome di «colleghi», «contatti», «amici», «relazione», o «avventura». Ed ecco che a un certo punto, si arriva a vedere chiaramente come queste reti si condensino in un centro, ma esso sia un centro dove non si condivide nulla, se non dei codici, e dove nulla si attiva, se non l'incessante ricomposizione di una identità." - L'insurrezione che viene
Posted on 19:40

Nel 2012 la fine del mondo: e ancora nessun 6!

By Dual_Core alle 19:40


Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. (...) Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero. (...) No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile.

Non amiamo mai nessuno. Amiamo solamente l'idea che ci facciamo di qualcuno. E' un nostro concetto (insomma, noi stessi) che amiamo. Questo discorso vale per tutta la gamma dell'amore. Nell'amore sessuale cerchiamo il nostro piacere ottenuto attraverso un corpo estraneo. Nell'amore che non è quello sessuale cerchiamo un nostro piacere ottenuto attraverso un'idea nostra. (...) Perfino l'arte, nella quale si realizza la conoscenza di noi stessi, è una forma di ignoranza. Due persone dicono reciprocamente "ti amo", o lo pensano, e ciascuno vuol dire una cosa diversa, una vita diversa, perfino forse un colore diverso o un aroma diverso, nella somma astratta di impressioni che costituisce l'attività dell'anima. Oggi sono lucido come se non esistessi. Il mio pensiero è evidente come uno scheletro, senza gli stracci carnali dell'illusione di esprimere. E queste considerazioni non sono nate da niente: o almeno da nessuna cosa per lo meno che sieda nella platea della mia coscienza. (...) Vivere è non pensare.

(...) La felicità è fuori dalla felicità. Non c'è felicità se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto.

(...) Diventato una pura attenzione dei sensi, fluttuo senza pensieri e senza emozioni. (...) Come vorrei, lo sento in questo momento, essere una persona capace di vedere tutto questo come se non avesse con esso altro rapporto se non vederlo (...). Non aver imparato fin dalla nascita ad attribuire significati usati a tutte queste cose; poter separare l'immagine che le cose hanno in sé dall'immagine che è stata loro imposta. (...) Smarrisco l'immagine che vedevo. Sono diventato un cieco che vede. (...) Tutto questo non è più la Realtà: è semplicemente la Vita.

Fernando Pessoa

Posted on 18:58

Quel Sabato 4 gennaio del 1986

By Dual_Core alle 18:58


Vorreste cortesemente prendere parte a quello che sta dicendo chi vi parla? Vorreste non solo ascoltare passivamente, pensarci sopra o prestarvi un po' di attenzione ogni tanto, ma prendervi parte insieme a lui? Ci sono una o due cose che vanno chiarite molto bene: qui non si ha a che fare con un culto della personalita'. Chi vi parla prova un profondo disgusto per una cosa del genere; tutto quello che dice viene contraddetto se vi mettete ad adorare un particolare individuo o se ne fate un dio. Quello che conta e' ascoltare che cosa egli ha da dire, e prendervi parte; non basta stare ad ascoltare soltanto, ma bisogna effettivamente prendere parte a quello che dice.
Abbiamo parlato della vita, della profonda complessita' della vita, dell'origine della vita.
Che cos'e' la vita? Qual e' l'origine di tutte le cose? Questa terra meravigliosa, la dolcezza della sera, il sole di prima mattina, i fiumi, le valli, le montagne, lo splendore della terra che stiamo saccheggiando... Se voi dite che l'origine di tutto questo e' "dio" allora e' finita, potete andarvene felici e contenti, perche' per voi il problema e' risolto. Ma se cominciate a mettere in questione, a mettere in dubbio, come si dovrebbe fare, tutti gli dei, tutti i guru - io non faccio parte di quella tribu' - se cominciate a mettere in questione tutto quello che l'uomo ha fatto nella sua lunga evoluzione lungo il cammino della storia, allora arrivate a domandarvi: dov'e' il principio? Qual e' l'origine? Come e' potuto succedere tutto questo? Spero vi stiate ponendo la questione; non limitatevi ad ascoltare chi vi parla, ma prendete parte a quello che stiamo dicendo, fatelo a pezzi! Non accettate niente di quello che dice chi vi parla! Egli non e' il vostro guru, non e' il vostro capo, non e' qui per aiutarvi. E' da questa base, da questo principio che si muove il suo discorso.
Si tratta di un discorso molto serio, e, a meno che il vostro cervello non sia veramente attivo, temo che non sarete capaci di seguirlo. Sarebbe inutile, sia per voi che per chi vi parla, ascoltare un mucchio di parole; ma se potessimo, insieme, intraprendere un lungo viaggio, non in termini di tempo, non basandoci su una fede, su delle conclusioni o delle teorie, se potessimo esaminare con molta attenzione il modo in cui viviamo, la paura, l'incertezza, l'insicurezza e tutte le invenzioni che l'uomo ha fatto, incluse quelle cose straordinarie che sono i computer: dove siamo arrivati, dopo due milioni di anni? Dove stiamo andando? Non secondo qualche teoria, non secondo quanto e' scritto in qualche libro sciagurato, per quanto sacro sia, ma dove stiamo andando tutti quanti? E da dove abbiamo cominciato? Le due cose sono collegate fra loro: dove stiamo andando e da dove abbiamo cominciato. L'inizio puo' essere la fine. Non dite di si', scopritelo. Potrebbe non esserci ne' principio ne' fine, e ci accingiamo ad approfondirlo insieme.
Dal principio del tempo, fino al giorno d'oggi, l'uomo ha sempre pensato in termini di religione. Che cos'e' la religione? Gli uomini hanno sempre cercato qualcosa di piu' di questo mondo. Hanno adorato stelle, soli, lune e quello che essi stessi avevano creato. Ci sono voluti sforzi tremendi, fatica, energia per erigere gli antichi templi, le moschee e le chiese. Per questo scopo sono state impiegate straordinarie energie. Quale forza spinge l'uomo a cercare qualcosa che sia al di la' del mondo, al di la' dell'angoscia di ogni giorno, che e' fatica, lavoro, andare in fabbrica, in ufficio, dare la scalata al successo, fare denaro, cercare di far colpo sugli altri, cercare di dominare? Siete d'accordo che e' cosi'? Che voi siate d'accordo o no, e' un fatto. Cercano tutti qualche forma di potere. A Delhi, qui o altrove vogliono essere al centro degli avvenimenti, vogliono sentirsi importanti.
Ci chiediamo: che cos'e' la religione? Che cosa ha indotto l'uomo a donare a un tempio enormi tesori? Che cosa gliel'ha fatto fare? Qual e' stata l'energia che ha permesso tutto questo? E' stata la paura? E' stata la ricerca di una ricompensa dal cielo, o comunque lo vogliate chiamare? All'origine di tutto questo c'e' la ricerca di una ricompensa? Voi volete una ricompensa, volete qualcosa in cambio. Pregate tre o cinque volte al giorno e sperate che qualche entita' vi dia qualcosa in cambio, un frigorifero, un'automobile, una moglie migliore o un marito migliore; oppure aspettate una grazia, vi aggrappate a una speranza. Questa e' stata la storia di tutte le religioni. Dio e il denaro stanno sempre insieme. La chiesa cattolica possiede enormi tesori; e anche voi li avete, qui nei vostri vari templi, dove fate i "puja", i vostri riti e tutte quelle cose insignificanti. Tutto questo e' veramente assurdo. Stiamo cercando di scoprire, indagando molto, molto a fondo, che cos'e' la religione; non e' certamente tutta questa faccenda di fare denaro. Ci chiediamo: che cos'e' quello che non ha nome, che e' suprema intelligenza, che non ha alcuna relazione con tutte le nostre preghiere, con tutti i nostri dei, con i templi, le moschee, le chiese? Tutto questo e' stato fatto dall'uomo. Qualsiasi uomo intelligente deve metterlo da parte, senza pero' diventare cinico, senza diventare scettico, ma conservando un cervello che sia veramente attivo, un cervello capace di prendere in esame qualsiasi cosa, non solamente il mondo esterno. Abbiamo un cervello che prende in esame i suoi propri pensieri, la sua coscienza, le sue pene, le sue sofferenze e tutto il resto? Abbiamo un cervello del genere?
A questo punto bisogna distinguere fra cervello e mente. Il cervello e' il centro di tutti i nostri nervi, di tutta la nostra conoscenza, delle nostre teorie, le opinioni, i pregiudizi; fin dalle scuole superiori, dall'universita', tutta questa conoscenza viene raccolta dentro il cranio. Tutti i pensieri, tutte le paure sono li'. Il cervello e' diverso dalla mente? Se avete fatto seriamente attenzione a quello che ha chiesto chi vi parla, vi chiederete anche voi: c'e' differenza fra il cervello - il vostro cervello, contenuto nel cranio, con tutta la conoscenza che e' stata accumulata, non solo da voi, ma anche dai vostri antenati, per due milioni di anni, e che e' tutta racchiusa li' - c'e' differenza fra il cervello e la mente? Il cervello sara' sempre limitato. Non dite di si': si tratta di una cosa troppo seria. E la mente e' diversa dalla mia coscienza, dalle mie attivita' di tutti i giorni, dalle mie paure, dalle ansie, le incertezze, i dispiaceri, le pene e da tutte le teorie che l'uomo ha accumulato a proposito di qualsiasi cosa? La mente non ha relazione col cervello: puo' comunicare col cervello, ma il cervello non puo' comunicare con la mente. Non dite di si', vi prego: questa e' l'ultima cosa da fare. Chi vi parla sta dicendo che e' il cervello a conservare la nostra coscienza, i nostri pensieri, le nostre paure e via di seguito. Tutti gli dei, tutte le teorie sugli dei o le teorie di quelli che non credono, e' tutto li'. Nessuno puo' confutare questo, a meno che non sia un po' squilibrato. Il cervello, che e' condizionato dalla conoscenza, dall'esperienza, dalla tradizione, non puo' comunicare in alcun modo con la mente, che e' totalmente al di fuori dell'attivita' del cervello. La mente puo' comunicare col cervello, ma il cervello non puo' comunicare con la mente, perche' il cervello puo' continuare a immaginare all'infinito, puo' immaginare cio' che non ha nome, puo' fare qualsiasi cosa. La mente e' immensa perche' non vi appartiene, non e' la "vostra" mente.
Ci accingiamo a investigare - insieme, per favore ricordatevelo, sempre insieme - non solo la natura della religione, ma anche il computer. Sapete che cos'e' un computer? E' una macchina, una macchina che puo' programmare se stessa; e puo' dare origine a un altro computer. Il computer padre genera un computer figlio che e' migliore di lui. Questo non e' qualcosa che dobbiate accettare, e' di dominio pubblico, non e' un segreto, percio' osservate attentamente. Il computer puo' fare quasi tutto quello che l'uomo e' in grado di fare. Puo' creare tutti i vostri dei, tutte le vostre teorie, le vostre cerimonie; e' perfino piu' bravo di quanto non possiate mai esserlo voi. Cosi' il computer sta venendo al mondo, e portera' un cambiamento nei vostri cervelli. Avete sentito parlare dell'ingegneria genetica: che vi piaccia o no, stanno cercando di cambiare radicalmente il vostro comportamento. E' questo che fa l'ingegneria genetica. Stanno cercando di cambiare il vostro modo di pensare.

Quando l'ingegneria genetica e il computer si incontreranno, che cosa ne sara' di voi? Che razza di esseri umani diverrete? Il vostro cervello verra' alterato. Il vostro comportamento subira' un cambiamento. Potranno rimuovere completamente la paura, potranno togliere di mezzo il dolore, spazzare via tutti i vostri dei. Lo faranno, non vi illudete. Tutto questo non potra' concludersi che con la guerra e la morte. E' quanto sta realmente accadendo nel mondo. L'ingegneria genetica da un lato e il computer dall'altro: quando si metteranno insieme, com'e' inevitabile che avvenga, che ne sara' di voi esseri umani? Il vostro cervello, ora, e' proprio come una macchina. Siete nati in India e dite: "Sono indiano"; siete obbligati a farlo. Siete delle macchine. Vi prego, non sentitevi insultati, non vi sto insultando. Siete delle macchine che ripetono, proprio come fa il computer. Non immaginate che ci sia qualcosa di divino in voi - sarebbe meraviglioso! E' qualcosa di sacro, di eterno. Il computer vi dira' anche questo. Allora, che ne sara' dell'essere umano? Che ne sara' di voi?
Dobbiamo anche indagare che cos'e' la creazione. Si tratta di un soggetto molto serio, non mettetevi subito ad assentire o a dissentire, ascoltate semplicemente. Non intendiamo la creazione di un bambino, che e' una cosa molto semplice, o la creazione di qualcosa di nuovo. Un'invenzione e' qualcosa di completamente diverso dalla creazione. Un'invenzione si basa sulla conoscenza. Gli ingegneri possono perfezionare il jet; il movimento ha a che fare con la conoscenza, e cosi' anche quell'invenzione si basa sulla conoscenza. Quindi dobbiamo tener separata un'invenzione dalla creazione. Questo richiede tutta la vostra energia, tutta la vostra capacita' di approfondire l'indagine. L'invenzione si basa essenzialmente sulla conoscenza. Perfeziono un orologio, costruisco un nuovo congegno. Tutte le invenzioni sono basate sulla conoscenza, sull'esperienza; le invenzioni sono inevitabilmente limitate, perche' si appoggiano sulla conoscenza. Poiche' la conoscenza e' sempre limitata, le invenzioni non possono che essere limitate, sempre. Puo' darsi che in futuro non ci saranno piu' jet, ma qualcos'altro che andra' da Delhi a Los Angeles in due ore; si trattera' di un'invenzione basata sulla conoscenza acquisita in precedenza e perfezionata a poco a poco; ma questa non sara' creazione.
Allora che cos'e' la creazione? Che cos'e' la vita? La vita dell'albero, la vita del piccolo filo d'erba - la vita, non quella che si inventano gli scienziati, ma l'origine della vita - la vita, qualcosa che vive? Quello che vive, voi potete ucciderlo, ma la vita e' sempre li' in qualcos'altro. Non dite di si' o di no, rendetevi conto piuttosto che stiamo indagando sull'origine della vita, stiamo per affrontare con la nostra indagine l'assoluto, qualcosa di veramente meraviglioso. L'assoluto non e' una ricompensa, non ve lo potete portare a casa per usarlo.
Che cos'e' per voi la meditazione? Che cos'e' la meditazione? Questa parola, nel linguaggio corrente e nel significato che ne da' il dizionario, vuol dire "ponderare, pensarci sopra, concentrarsi, imparare a concentrarsi, non lasciare che il cervello divaghi". E' questo che voi chiamate meditazione? Siate semplici, siate onesti. E di che si tratta? Prendersi ogni giorno un certo periodo di tempo, andare in una stanza e starsene tranquillamente seduti a meditare per dieci minuti o mezz'ora? Meditare e' concentrarsi? E' pensare a qualcosa di sublime? Qualsiasi sforzo conscio per meditare fa parte della stessa disciplina che usate per lavorare in ufficio, perche' dite: " Se medito, la mia mente diventera' calma, penetrero' in un altro stato di coscienza". La parola meditazione significa anche misurare, che vuol dire paragonare. La vostra meditazione diventa qualcosa di meccanico, perche' usate energia per concentrarvi su una figura, un'immagine, un'idea, e questa concentrazione divide. La concentrazione porta sempre con se' la divisione; volete concentrarvi su qualcosa, ma il pensiero divaga; allora dite a voi stessi che non dovete distrarvi e tornate a concentrarvi di nuovo. Rifate la stessa cosa per tutto il giorno, o per mezzora; poi smettete e dite di aver meditato. Questa meditazione e' raccomandata da tutti i guru e da tutti i loro seguaci. Per i cristiani l'idea e' questa: "Credo in Dio, mi sacrifico a Lui; percio' prego per salvarmi l'anima". E' meditazione questa? Io non so nulla di questo genere di meditazione; e' come voler raggiungere un risultato: se medito per mezz'ora, alla fine mi sento meglio. Ma esiste una meditazione di turt'altro genere? Non accettate nulla di quello che dice chi vi parla, a nessun costo. Chi vi parla dice che quella non e' affatto meditazione; e' solo un processo volto a conseguire qualcosa. Se un giorno non siete stati capaci di concentrarvi, ci riprovate per un mese finche' dite: "Ecco, ora ci sono riuscito". E' esattamente lo stesso processo che avviene quando un impiegato diventa dirigente. Allora, esiste una meditazione di altro genere? Una meditazione che non e' sforzo, non e' misura, non e' routine, non e' qualcosa di meccanico? Esiste una meditazione in cui non c' e' alcun senso di paragone, alcun senso di ricompensa o di punizione? Esiste una meditazione che non si basi sul pensiero, il quale e' misura, tempo e tutto il resto?
Come si puo' spiegare che cos'e' una meditazione che non ha nulla a che fare col misurare, che non ha nulla da ottenere, che non dice: "Io sono questo, ma diventero' quello"? Intendendosi con "quello" dio o un superangelo. Esiste una meditazione che non ha assolutamente nulla a che fare con lo sforzo? Chi vi parla dice che c'e'. Ma non siete obbligati ad accettare quest'affermazione. Forse chi vi parla sta dicendo delle sciocchezze; tuttavia egli vede che da un punto di vista logico la meditazione che si e' soliti fare e' autoipnosi, e' ingannare se stessi. Ma se smettete di ingannarvi, se la fate finita con tutto quel processo meccanico, esiste un a meditazione completamente diversa? Purtroppo chi vi parla dice di si'. Ma non ci potete arrivare attraverso uno sforzo, concentrando tutta la vostra energia in una particolare direzione. E' qualcosa che pretende un silenzio assoluto.
Prima di tutto, cominciate con molta umilta', molta, molta umilta', molto delicatamente, senza fretta, senza aggressivita', senza dire "devo farlo". Questo richiede di avere non solo un senso straordinario della propria solitudine, ma anche un senso di... Non ve lo devo descrivere. Non devo descriverlo, perche' voi poi vi perdereste nelle descrizioni. Se lo descrivo, la descrizione non e' la realta'. La descrizione della luna non e' la luna, un dipinto dell'Himalaia non e' l'Himalaia. Percio' basta con le descrizioni. Sta a voi scherzare con la meditazione o prenderla sul serio, sta a voi farla a modo vostro cercando di raggiungere qualcosa di speciale, una ricompensa o cose del genere. Nella meditazione che non ha nulla a che fare con lo sforzo, che non ha alcuna pretesa di raggiungere qualcosa, che non ha nulla a che fare col pensiero, il cervello e' quieto, di una quiete che non e' imposta dalla volonta', da un proposito, da una decisione, da tutte quelle sciocchezze: e' tranquillo. Ed essendo tranquillo, possiede uno spazio infinito. State aspettando che sia io a portare avanti l'indagine, per poi adeguarvi alle mie spiegazioni? Che razza di persone siete?
Allora, e' mai stato calmo il vostro cervello? Ve lo sto chiedendo. Il vostro cervello pensa, teme, si preoccupa del vostro lavoro in ufficio, della vostra famiglia, si preoccupa di cosa faranno i vostri figli o le vostre figlie; pensare vuol dire tempo e pensiero. E' mai stato tranquillo il vostro cervello? Senza ricorrere alle droghe, al whisky, ai tanti modi che ci sono di drogarsi. La vostra fede e' una droga. Vi drogate quando dite: "Si', e' proprio cosi'; l'ha detto Buddha, quindi deve essere giusto". Vi drogate continuamente, percio' non avete quell'energia che e' assolutamente necessaria per penetrare in qualcosa di immenso.
Ora torniamo al punto di partenza: ci interessava scoprire che cos'e' la creazione. Che cos'e' la creazione? Non ha niente a che fare con l'invenzione. Allora che cos'e' la creazione, l'origine, il principio? Che cos'e' la vita? Non l'andare in ufficio e tutto il resto, il sesso e i bambini, oppure niente bambini ma soltanto sesso e cosi' via. Che cos'e' la vita? Che cosa da' la vita a quel filo d'erba nel cemento? Che cos'e' la vita in noi? Non tutte quelle cose che dobbiamo sopportare: il potere, la posizione, il prestigio, la celebrita' oppure la cattiva reputazione; tutto questo non e' la vita, e' solo parte del cattivo uso che ne facciamo. Ma la vita, che cos'e'?
Perche' venite ad ascoltarmi? Che cosa vi induce ad ascoltare quest'uomo? Ammesso che stiate davvero ascoltando. Che motivo c'e' dietro il vostro ascolto? Che cosa volete? Che cosa desiderate? Dietro il desiderio c'e' un motivo. Che cos'e' il desiderio? Il desiderio fa parte della sensazione, no? Vedo questo magnifico orologio, o un orologio brutto; questa e' una sensazione. Il vedere produce una sensazione. Dalla sensazione nasce il pensiero, che costruisce un'immagine. Cioe', vedo quest'orologio, e' piuttosto bello e mi piacerebbe possederlo. C'e' la sensazione di vedere, poi, sopraggiunge il pensiero che da quella sensazione costruisce un'immagine. In quel momento nasce il desiderio. E' molto semplice.
Esiste un cervello, il vostro cervello, che non sia oscurato, infangato dall'ambiente, dalla tradizione, dalla societa' e da tutto il resto? Allora, qual e' l'origine della vita? Aspettate che sia io a rispondere? Questo e' un argomento troppo serio perche' voi lo trattiate con leggerezza; stiamo provando a penetrare in qualcosa che non ha nome, che non ha fine. Posso uccidere quell'uccello, ma ce ne sara' sempre un altro; non posso uccidere tutti gli uccelli, ce ne sono troppi sulla terra. Stiamo addentrandoci con la nostra indagine in quello che crea un uccello. Che cos'e' la creazione che sta dietro a tutto questo? State aspettando che sia io a descrivervelo, che sia io ad affrontare l'argomento? Volete che sia io ad affrontare l'argomento? Perche'?

(Dal pubblico): Per capire che cos'e' la creazione.

Perche' lo chiedete? E' perche' l'ho chiesto io? Nessuna descrizione potra' mai descrivere l'origine. L'origine e' senza nome; l'origine e' quiete assoluta, non e' un rumoroso ronzio. La creazione e' quanto c'e' di piu' santo, e' la cosa piu' sacra della vita; e se avete combinato un pasticcio con la vostra vita, cambiatela! Cambiatela oggi, non domani. Se non siete certi di volerlo fare, scoprite il perche', e siatene certi. Se non pensate correttamente, imparate a farlo, pensate con logica. Se non preparate questa base, se tutto questo non e' risolto, non potete entrare nel mondo della creazione.

E' finita. [Queste parole sono appena udibili, sussurrate piu' che dette].

Questo e' l'ultimo discorso. Volete che restiamo seduti insieme per un po', in silenzio? Va bene, signori, rimanete in silenzio per un poco.

Jiddu Krishnamurti

Posted on 18:26

Trattato di Lisbona

By Dual_Core alle 18:26

Il Trattato di Lisbona (che potete trovare per intero in questo link ) coinvolge i 27 stati dell'UE, è stato approvato dal consiglio dei ministri il 30 maggio 2008, l'Italia lo ha ratificato il 31 luglio 2008 .

Ne hai mai sentito parlare? No? Chiediti PERCHE'!

I telegiornali pensano a riempire i loro contenitori con vicende riciclate all'infinito offrendo il tipo di intrattenimento "desiderato" dall' italiano medio che si gusta, nella totale ignoranza, questi assurdi tormentoni come una telenovela a puntate. Mentre subiamo come automi i soliti martellanti copioni, preoccupandoci di seguire scrupolosamente tutti i "preziosi consigli" che dispensano i media, stiamo procedendo sempre più velocemente verso l'instaurazione del NUOVO ORDINE MONDIALE!

Per effetto di vere e proprie PROPAGANDE intese a diffondere paura, siamo intrappolati in un perenne stato di ALLARMISMO che non ci permette più di essere critici e di vigilare adeguatamente su quei governanti che, in termini di arroganza, hanno ormai raggiunto livelli inacettabili.

Senza leggerne il testo e interpellare gli italiani, il Consiglio dei Ministri approva all'UNANIMITA' (551 voti a favore) la ratifica del Trattato di Lisbona. Questo Trattato modifica e sostituisce il Trattato dell'Unione europea (1992), noto come Maastricht, e il Trattato istitutivo della comunità europea (1957), aumentando sensibilmente l'autorità della Commissione Europea e limitando o azzerando i poteri degli stati membri. La Lega, da sempre euroscettica, accetta pur riconoscendo la necessità di un referendum e la notevole perdita di sovranità.

L'onorevole Roberto Fiore poi afferma: "Questo voto è una vergogna per l'Italia intera. Avevo scritto a tutti i deputati italiani affinché comprendessero la gravità del Trattato. Non un solo voto di dissenso dimostra come il Parlamento, normalmente molto litigioso, si sia supinamente piegato alle oligarchie internazionali. Si tratta di un insulto all'intelligenza dei popoli paragonabile ad una CONGIURA".

Il silenzio che accompagna l'operazione, è un silenzio dovuto non soltanto al volere dei governanti, certi fin dall'inizio che bisognasse tenere all'oscuro il più possibile i cittadini, ma anche all'oggettiva incapacità dei giornalisti, divoratori di veline preconfezionate, di fornire notizie chiare in merito.

Il trattato di Lisbona altro non è che la "Costituzione europea" bocciata nel 2005 dai referendum di Olanda e Francia. E' bene ricordare che la Costituzione europea era formata da 448 articoli mentre l'attuale trattato solamente da 70, tuttavia tale accordo riprende il 96% delle attuazioni contenute nella Costituzione europea.

Il Trattato è stato ratificato da quasi tutti gli stati firmatari, esclusivamente per via parlamentare, nel corso del 2008. L'Ungheria è stato il primo paese a ratificare il Trattato, il 17 dicembre 2007. Vari gruppi euroscettici hanno chiesto nei primi mesi del 2008 la ratifica attraverso referendum, avendo notato che le implicazioni legali del Trattato rispetto alla precedentemente bocciata Costituzione sono identiche, ma non l'hanno ottenuto.

Solo l'Irlanda, nel rispetto della sua Costituzione, ha deciso di effettuare un referendum confermativo. Il NO dell'Irlanda al referendum del 12 giugno 2008 ha causato una battuta d'arresto dell'entrata in vigore del Trattato, ma non il suo abbandono. All'Irlanda comunque toccherà un secondo referendum nel 2009. Si è provato e fatto di tutto per indurre a votare SI. Tutto, salvo una cosa, fornire integralmente la verità. Ma i pochi informati hanno dato l'esempio tenendo duro!

Una volta ottenuti tutti i consensi saranno riformati i vecchi trattati. Il Trattato di Lisbona modificherà quindi il Trattato sull'Unione europea (TUE) e il Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE). Ad essi vanno poi aggiunti la Carta dei diritti fondamentali e il Trattato Euratom.

Vi sono espliciti riferimenti alla CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI specialmente nei casi che riguardano giustizia e affari interni. Il Regno Unito ha ottenuto una clausola di esclusione per non applicarla sul suo territorio al fine di preservare la common law. Anche alla Polonia è stato momentaneamente concesso lo stesso trattamento.

Tale Carta ha assunto VALORE GIURIDICO VINCOLANTE e arriva a legittimare la pena di morte e l'omicidio "per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione" e "per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra", trattando l'argomento in modo assai vago.

Quello che viene firmato è un Trattato provvisorio che potrà subire un certo numero di modifiche e che doterà il nuovo SUPERSTATO di strumenti coercitivi in grado di inibire efficacemente qualsiasi interferenza generata da popoli e singoli.

La sua ratifica permetterà ai BANCHIERI di Bruxelles di incrementare il loro potere sui sudditi europei e di decretare le sorti di milioni di cittadini. Per chi non lo sapesse ancora, la Banca Centrale Europea è formalmente un ente di diritto pubblico, ma nella sostanza è un ente dominato da banche private.
Grazie al Trattato di Lisbona i burocrati dell'Unione Europea godranno dell'autorità di bocciare qualunque misura decisa dal nostro e dagli altri governi europei. Il tutto conformamente ai propri interessi e senza essere stati eletti da nessun cittadino!

Aumenteranno i poteri straordinari della Commissione Europea in quasi tutti gli aspetti della vita sociale, politica, economica, nonchè nella difesa, vanificando la Costituzione Italiana e tutte le modifiche apportate nel tempo. La politica di difesa del Trattato prevede anche missioni offensive e attraverso il potenziamento delle forze militari sarà finalmente attuato il piano di fare dell'Europa una nazione militarizzata.

Vogliono farci diventare prima EURODIPENDENTI poi EUROSCHIAVI, indebitati produttori di una ricchezza che non ci apparterrà più, costretti a "funzionare" secondo le direttive imposte da un'oligarchia che agisce secondo i propri esclusivi interessi, escludendo il confronto e rifacendosi a leggi confuse e prive di qualsiasi etica morale, approvate intenzionalmente senza il legittimo consenso dei cittadini.

Omissioni, espressioni assurde e mancanza di chiarezza nei concetti caratterizzano la forma di questo trattato che dice e non dice, che in molte sue parti si rifà ad altri trattati satellite, mancando di trasparenza e consentendo di equivocare legalmente affrontando in modo superficiale materie e broblematiche di interesse pubblico.

Le parole che verranno usate per convincere le masse saranno SICUREZZA, COLLETTIVITA', LIBERALIZZAZIONE, PROGRESSO SCIENTIFICO e TECNOLOGICO.I veri intenti saranno invece perpetrati grazie ad un'atmosfera di terrore, raggiro e mistificazione che porterà fatalmente al progressivo asservimento delle nazioni.

Giunti al compimento di questo infausto progetto, cosa ci dobbiamo attendere da un SISTEMA TOTALITARIO che non è più emanazione di alcuna sovranità popolare?

1) partecipazione a missioni di guerra
2) militarizzazione dei territori
3) istituzione dell'Europolice

4) esercito globale NATO
5) uccisioni legittime per fini di "ordine pubblico"

6) potenziamento dei sistemi di sorveglianza
7) sì al VeriChip
8) sì al nucleare
9) sì agli ogm
10) sì alla clonazione umana
11) sì all'eutanasia
12) sì all'aborto

13) sì ad una scienza priva di etica morale
14) nessun diritto per l'embrione
15) scissione tra concetto di famiglia e matrimonio
16) nessun riconoscimento per la tradizione cristiana
17) sincretismo culturale, filosofico e religioso
18) utilizzo di tecnologie per il controllo climatico
19) espropriazioni per "pubblica utilità"
20) centralizzazione della BCE
21) controllo dei mercati e del debito pubblico
22) liberalizzazione dei salari
23) privatizzazione di tutti i servizi

Fonte: coscienzaevoluta



Posted on 18:17

Le paure infondate

By Dual_Core alle 18:17


La paura è tra i sentimenti più intensi dello spettro emozionale. Persino l'uomo più impavido non ne è completamente immune, anche perché, i processi mentali ad essa relazionati, attivano quei meccanismi di protezione senza i quali sarebbe impossibile evitare situazioni potenzialmente mortali. La paura può quindi essere una preziosa alleata, fintanto che dura il periodo necessario a garantire la sopravvivenza, ma diventa una spietata nemica quando le si concede troppo spazio. Se lasciata libera di crescere, prende forza da se stessa, si radica al subconscio e può provocare, tra i casi più noti, disagio, mortificazione, atti inconsapevoli, profondi scompensi emotivi, sintomi fisici di varia entità, cambiamenti di personalità, paralisi, follia. Generalmente scaturisce da ignoranza e insicurezza, una miscela talmente tossica da inibire qualsiasi "sinapsi costruttiva", ma può anche essere associata a traumi o avere "vita propria".

In termini biologici la paura mette in allarme tutte le cellule del corpo costringendole ad una repentina riorganizzazione per predisporsi all'ipotetico, tragico evento in arrivo. Il cervello disattiva la razionalità e fa partire impulsi a raffica, il corpo contrae i muscoli, restringe i vasi sanguigni, aumenta il battito cardiaco e la respirazione, blocca numerose funzioni e rilascia nel sangue ormoni specifici. Insomma, subisce una sorta di stress pre-traumatico che installa il "pilota automatico", una condizione da tenere il minimo indispensabile e che può produrre gravi problemi se protratta più del dovuto. Come è facilmente intuibile, una mente impaurita per lungo tempo, non è più una mente libera di essere creativa, ma diviene una mente stressata, confusa e debole.

La paura ha vari livelli di intensità e si aggancia principalmente agli elementi che costituiscono l'ambiente di vita conosciuto. Volendo paragonare l'uomo dell'età della pietra con l'uomo moderno, ci accorgiamo che la quantità e la qualità della paura percepita sono ben diverse. Mentre svariate migliaia di anni fa, l'effettivo timore, era strettamente legato ai fatti che riguardavano solo quel particolare presente, fatti reali e pratici, come la caccia, le possibili aggressioni di animali, le intemperie, i fulmini, ecc, e poi, cessata l'emergenza, si tornava in armonia, oggi, si può considerare normale avere paura praticamente di tutto, che il fatto esista realmente o non esista affatto, che appartenga al passato, al presente o al futuro, e la si può subire per così tanto tempo da farne addirittura uno stile di vita; ce n'è talmente tanta in circolazione da dover adottare misure preventive. Facendo questa breve analisi possiamo renderci conto che, tra i due soggetti, la differenza in termini di qualità di esistenza è notevole e che quasi la totalità delle paure che accompagnano l'uomo di questa era sono infondate, poiché ben poco hanno a che fare con la realtà concreta.

La vita frenetica di oggi non rispetta le necessità dettate dal ritmo interiore di ognuno e obbliga tutti, senza eccezioni, ad una corsa continua, estenuante e dalla velocità crescente. Chi non partecipa a questa infinita "maratona truccata" o chi rimane indietro, è perduto, non ha privilegi. E' la legge della competizione. La società attuale assomiglia ad una guerra tra i corridori, più o meno preparati, e gli organizzatori della corsa, sempre pronti a mettere ostacoli in modo da limitare incondizionatamente i partecipanti e a porre nuovi, falsi obiettivi per potenziarne l'ego che servirà da carburante. Uno degli ostacoli più efficaci e collaudati è sicuramente la paura. Scoraggiare la cooperazione mantenendo le persone in un costante stato di allerta contro pericoli indefiniti, inesistenti, diventa così il modo migliore per governare la "mandria" e mantenerla a debita distanza dal vero traguardo: la consapevolezza che conduce all'evoluzione. Sentirsi inadeguati, incapaci, inutili, poveri, vecchi, poco attraenti, raggirati, scherniti, esclusi, minacciati, aggrediti, contagiati, invasi, consumati dalla malattia, derubati delle proprietà, sono solo alcune tra le paure attualmente più diffuse che, pur essendo il più delle volte prive di senso e frutto di informazioni distorte, si trasformano in resistenti fobie.

Fobie e ansie di un ego sconvolto, instillate sapientemente dal sistema e che producono il loro tornaconto sfociando in malattia, degenerazione, malleabilità e vittimismo. Creare un pericolo dal nulla, denunciare la sua esistenza stimolando l'emotività e poi, una volta ottenuta l'attenzione, proporsi come risolutori del problema stesso, è la tecnica preferita da chi ci dirige e desidera mantenere il controllo di questa assurda corsa verso la regressione e la schiavitù. Ancora una volta si rammenta che il potere creativo della coscienza collettiva è sempre attivo e implicato in questo processo di "vittima-carnefice". Focalizzarsi sul problema (o sulla paura), da energia unicamente al problema, rafforzandolo e attirando situazioni affini, parimenti, focalizzarsi sulla soluzione, devia l'energia dal problema favorendo lo stato ottimale in cui la soluzione inevitabilmente si manifesta. L'Universo è l'effetto di leggi creative, immutabili e seguirne il flusso positivo sarà sempre più facile che opporsi ad esso. Non sarebbe quindi opportuno riprendere il comando, smettere di correre all'impazzata e concentrarsi sul desiderio di soluzioni, anziché farci manovrare da chi, queste leggi, le conosce bene e le usa contro di noi per i propri interessi? Perché ciò avvenga occorre sostituire la paura (emozione negativa), con il coraggio (emozione positiva). Come operare un simile cambiamento di prospettiva?

Vincere la paura che ormai caratterizza questi tempi e che, sempre più spesso, condiziona le nostre scelte, è un'impresa ardua ma possibile. Riconquistare l'equilibrio, richiede capacità di osservazione, volontà di lavorare su se stessi e desiderio di comprendere e controllare le proprie emozioni.

La scala delle emozioni (invitare con gradualità pensieri migliori)

Quando ricordiamo che i nostri sentimenti indicano il grado di allineamento con l'energia della Fonte (ciò che risponde al nostro potere creativo) e che, meglio ci sentiamo, più stiamo permettendo l'allineamento con ciò che desideriamo, ci risulta più facile capire come reagire alle emozioni. In altre parole, immaginiamo una scala con diverse gradazioni, capace di mostrarci il grado di allineamento con l'energia della Fonte (livello più alto = piena connessione, livello più basso = non permettiamo nessun allineamento). Essere perfettamente allineati significa essere liberi, consapevoli del nostro potere, connessi alla nostra parte migliore, saggia e creativa.


Un esempio di gradazione delle emozioni potrebbe assomigliare a quanto segue:
  1. Gioia/Conoscenza/Potere/Libertà/Amore/Apprezzamento
  2. Passione
  3. Entusiasmo/ Desiderio ardente/Contentezza
  4. Attesa positiva/Convinzione
  5. Ottimismo
  6. Speranza
  7. Soddisfazione
  8. Noia
  9. Pessimismo
  10. Frustrazione/Irritazione/Impazienza
  11. Senso di sopraffazione
  12. Delusione
  13. Dubbio
  14. Preoccupazione
  15. Biasimo
  16. Scoraggiamento
  17. Collera
  18. Desiderio di vendetta
  19. Odio/Furore
  20. Invidia
  21. Insicurezza/Colpevolezza/Indegnità
  22. Paura/Dolore/Depressione/Disperazione/Impotenza





























La mente può concentrarsi solo su uno stato alla volta. L'affermazione "in questo momento intendo trovare il pensiero che mi farà stare meglio" può essere d'aiuto per spostare il focus dall'emozione negativa provata in quell'istante, a qualcosa di meno sgradevole, progressivamente, soffermandosi di volta in volta fino a sentirsi effettivamente meglio. Potrebbe risultare difficile e innaturale compiere passi troppo grandi. A volte si è indotti quasi spontaneamente a spostarsi verso gradazioni vicine e più sopportabili, ma, iniziata consapevolmente la scalata, è necessario impegnarsi e mantenersi nella direzione positiva. Smettere di avanzare produrrebbe un inutile ristagno e tornare indietro comporterebbe un nuovo peggioramento con tutte le conseguenze annesse. Fermandosi e riconoscendo, ad esempio, che un pensiero irritante fa stare meglio della depressione, del dolore o della paura che rimpiazza, si attenua il senso di impotenza e si è spinti a proseguire la risalita. Con il tempo la capacità di controllo aumenterà considerevolmente permettendo l'accesso ad emozioni più gratificanti.

L'attenzione ai sentimenti è necessaria per capire cosa ci sta accadendo; le emozioni sono l'unico indicatore di ciò che stiamo attraendo nella nostra vita. Ascoltare il nostro sistema di guida emotivo per capire se siamo allineati con il flusso del benessere e scegliere di spostarci verso emozioni più adatte per noi, ci è utile per diventare artefici della nostra esperienza e per avvicinarci alla connessione completa con la nostra autentica essenza: la Gioia!

Fonte: Coscienzaevoluta

Posted on 18:02

Yes We Can...Why Not?

By Dual_Core alle 18:02

...la mia debolezza, la mia paura, la mia irresponsabilità sono la prima minaccia contro la mia stessa libertà...

Posted on 02:21

"If you cannot be a poet, be the poem"

By Dual_Core alle 02:21

KYMATICA

Il nuovo film di Ben Stewart, autore di Esoteric Agenda:


Posted on 01:54

L'insurrezione che viene...

By Dual_Core alle 01:54

Il famoso libretto che ormai sta facendo il giro del mondo:


Non c'è un libro da tradurre, né una storia da raccontare... (prefazione all'edizione italiana)

«Lo scandalo di questo libro è che tutto quello che vi figura è rigorosamente e
catastroficamente vero, e non cessa di avverarsi, ogni giorno di più». Queste le parole
rilasciate il 25 maggio 2009, al quotidiano Le Monde, da Julien Coupat, rilasciato da lì a
qualche giorno dopo una detenzione durata sei mesi, decisa sulla base di sospetti, e
senza prova alcuna. Julien Coupat è accusato non tanto di essere il «capo» di una
presunta «cellula terroristica», non tanto di aver sabotato le linee ferroviarie dell'alta
velocità francese, quanto piuttosto di aver scritto L'insurrezione che viene, il libro che
avete tra le mani. E queste sue parole potrebbero riassumere il motivo per il quale
abbiamo deciso di tradurlo: perché quel che dice è vero, e soprattutto, lo dice. Senza
compromessi di linguaggio e stile, senza promesse di comprensioni da raggiungere al
termine di chissà quali interpretazioni, il Comitato Invisibile ha condensato nelle pagine
che seguono una serie di esperienze sensibili a tutti, e da tutti immediatamente
riconoscibili. L'insurrezione che viene non ha nulla a che vedere con i saggi di filosofia
politica piazzati in un qualsiasi irraggiungibile pantheon di un qualsiasi vuoto
dogmatismo: esso fa della vita e della realtà una questione, in primis, di riflessione e,
conseguentemente, di azione. E lo fa con un atto, deliberato e tangibile, di
riappropriazione della vita.....


Download------> L'insurrezione che viene


Vaccinazione di massa contro il virus H1N1, perchè dire no.

- Perchè questo virus è meno pericoloso dell’influenza stagionale, quindi il rapporto benefici-costi è decisamente svantaggioso per lo Stato e quindi per noi.
- Perchè accettando la vaccinazione faremo capire alle aziende farmaceutiche che possono costringerci a fare quello che vogliono e quindi ci troveremo di fronte ad altre vaccinazioni di dubbia utilità che potrebbero, in seguito, diventare obbligatorie.
- Perchè i soldi spesi per l’acquisto dei vaccini sarebbero più utili per migliorare nostra sanità ed innalzarne il livello qualitativo.
- Per fare capire allo Stato ed alle aziende farmaceutiche che non siamo passivi consumatori ma che siamo in grado di pensare.
- Per il futuro dei nostri figli e dei giovani.

Memorizzate questi articoli:
Articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Costituzione art. 32: "Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge". Inoltre, il consenso informato dinanzi alla proposta di trattamento sanitario costituisce un fattore ineludibile.

Art. 13: La LIBERTA’ PERSONALE è INVIOLABILE... NON è ammessa forma alcuna di... qualsiasi altra restrizione della LIBERTA’ PERSONALE...

Un’eventuale vaccinazione di massa obbligatoria, nel caso dell’influenza suina, è un abuso.
Non c’è un’epidemia di peste nera ma si tratta di una blanda influenza. Se il virus mutasse è molto probabile che l’attuale vaccino in produzione sia scarsamente efficace.
Lo Stato potrebbe tentare lo stesso la strada della vaccinazione coatta in virtù di alcuni articoli come ad esempio:

Codice deontologico dei medici Art. 42: "Il medico non può intraprendere alcuna attività diagnostica e terapeutica senza il valido consenso del paziente, che, se sostanzialmente implicito nel rapporto di fiducia, deve essere invece consapevole ed esplicito allorché l’atto medico comporti rischio o permanente diminuzione della integrità fisica".
Si possono però verificare delle situazioni in cui è necessario applicare un trattamento contro il consenso del paziente e che ricadono in tre tipologie giuridiche:

# Lo stato di necessità
# Gli accertamenti ed i trattamenti sanitari obbligatori (ASO e TSO).
# Le malattie infettive e diffuse

"Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge"

Uno scenario possibile potrebbe essere questo:
* Visto l’articolo della Costituzione 32,
* Essendo comprovata la virulenza del Virus A,
* Vista la dichiarazione in data (...) dell’OMS dello stato di Pandemia bla... bla...
* Resosi quindi necessaria l’azione preventiva si impone la vaccinazione
obbligatoria a tutti i cittadini.

In questo caso è nostro dovere denunciare lo Stato e chi ci obbligherà a vaccinarci, utilizzando qualsiasi risorsa legale per difenderci e, non ultima, la risorsa della class-action.
In questo link troverete alcuni consigli per difendervi da eventuali vaccinazioni coatte.
Speriamo di non giungere a tanto...
Speriamo.

Fonte: pint74

Posted on 00:23

Il signoraggio bancario

By Dual_Core alle 00:23

Che cos'è il signoraggio?

Il signoraggio è una truffa monetaria e psicologica a cui tutti noi siamo soggetti. Questa truffa si nasconde e si potenzia dietro una cortina di silenzio e di morte e ha attraversato gli ultimi 300 anni senza lasciar trapelare nulla della propria esistenza.

Si usa dire che “il più grande inganno del diavolo sia stato far credere all’umanità che lui non esiste” ed è proprio grazie a questa diabolica tecnica che il signoraggio è padrone del mondo ma in maniera trasparente per tutti noi.

Non sentirai mai parlare di signoraggio in TV o suoi libri, nessun cantante ci farà mai una canzone né un comico uno spettacolo. I politici non litigheranno mai per il signoraggio e non vedrai mai la Guardia di Finanza arrestare qualcuno per quest’argomento.
Il signoraggio è il massimo potere del pianeta e tutti noi ne siamo schiavi.
Tecnicamente il signoraggio è il lucro che si genera dal creare moneta.

La legislatura internazionale prevede attualmente che siano le Banche Centrali a creare moneta, sia contante che scritturale.
Un esempio chiarirà il meccanismo:creare una moneta (sia essa di carta, in metallo o virtuale come un c/c) ha dei costi, dovuti alla materia prima, alla manodopera e ai servizi necessari di contorno, come la distribuzione, le tecniche anticontraffazione, etc..
Il costo maggiore è il materiale di cui è composta la moneta, e l’insieme di tutti i vari costi su indicati vanno a determinare il suo VALORE INTRINSECO.

La moneta però riporta sulla facciata un numero che indica un altro valore: il VALORE NOMINALE (o, per l’appunto, DI FACCIATA o anche LEGALE).
I due valori (intrinseco e nominale) differiscono tra loro e la loro differenza determina quello che si chiama SIGNORAGGIO, ossia il guadagno che ha chi ha creato quella moneta.
Ovviamente chi crea moneta tende a segnare un valore nominale più alto possibile rispetto al valore intrinseco, altrimenti ci rimette.
Avviene ad esempio nelle monetine da 1 centesimo poiché per farle occorre spendere 15 centesimi.

Ora vediamo ciò che avviene nella creazione della moneta-oro e della moneta-carta.
Anticamente le monete metalliche erano in oro e quindi con un valore intrinseco piuttosto alto. Il “signore” che coniava queste monete imprimeva loro un valore nominale più alto per poterci guadagnare e permettersi così un “aggio” economico notevole.
Infatti questo Potente riceveva l’oro dai commercianti con la richiesta di convertirlo in moneta sonante e semplicemente metteva la sua effige per GARANTIRE la bontà del pezzo da lui creato (coniato). Era una sorta di garanzia e per questo aveva il suo guadagno.
Ad esempio con 9 grammi d’oro si poteva coniare una moneta e dire che era da 10 gr. d’oro (ma in realtà composta da 9 gr. d’oro + 1 gr. di metallo non nobile). La differenza tra valore nominale (10) e valore intrinseco (9) era il signoraggio (un grammo d’oro per moneta).Verosimilmente l’operazione poteva essere eseguita dal Signore anche coniando 10 monete impiegando realmente 10 gr. d'oro per ogni pezzo ma trattenendone una come compenso, sempre del 10% di lucro si trattava!

Quando all’oro si è sostituita la carta il discorso è peggiorato (per noi) e il signoraggio è arrivato a quasi il 100%
Infatti per stampare una banconota da 5 euro o una da 500 euro bastano 30 centesimi di euro e consideriamo anche che tale banconota non è più legata all’oro (non ha più ‘copertura’ e non è più ‘convertibile’). Questo vuol dire che il Signore moderno, ossia chi oggi CREA moneta (ad esempio la BCE in Europa o la Federal Reserve negli USA) ha un potere enorme. Infatti questi organi privati (tutte le Banche Centrali sono private) possono ricattare o comunque influenzare intere Nazioni.
Basti pensare che la Banca Mondiale (di proprietà della Federal Reserve e della Banca d’Inghilterra, a loro volta tutt’e due private e padrone anche del Fondo Monetario Internazionale) nega prestiti a quei Paesi che NON ACCETTANO di privatizzare il settore dell’acqua potabile! E questo è solo un esempio.

Chi ha ben capito il meccanismo del signoraggio ora avrà anche compreso che ELIMINARE la banconota è un’azione PEGGIORATIVA in quanto sparisce, per le Signore Banche, il ‘costo’ e aumenta al 100% il signoraggio sulla moneta elettronica. Inoltre la moneta è sottoposta ad un interesse (ad. es. 3%) che fa lievitare il debito dei Cittadini di un Paese sovrano oltre il valore nominale della moneta stessa! In pratica una moneta (banconota) da 100 euro costa al cittadino 103 euro e al Banchiere solo 30 centesimi. Questo è il signoraggio.

Si potrebbe ovviare a tutto ciò in un modo molto semplice: basterebbe infatti che lo Stato, finalmente Sovrano, emettesse moneta senza debito, come fa, ad esempio, con le monete metalliche (naturalmente quelle con valore nominale maggiore del valore intrinseco, ad esempio i pezzi da 50 centesimi, 1 e 2 euro). I più smaliziati avranno capito ora la presa in giro del defunto governatore DUISENBERG nei confronti di TREMONTI quando quest'ultimo chiedeva di sostituire le monete metalliche da 1 e 2 euro con banconote di pari valore e l'ex governatore (morto in circostanze misteriose) rispose dicendo: "Ma il sig. Tremonti sa che così facendo il suo Paese perderebbe il diritto di signoraggio sulla massa di denaro sostituita?".

Dal momento che la banconota non ha un corrispettivo in oro (le banconote sono convertibili in dollari USA ma dal 1971 il Dollaro USA non è più convertibile in oro) non c’è ragione che ad emetterla sia una entità privata né tanto meno che questa entità abbia un monopolio su tale emissione. Inoltre le spese per servire questo prestito (interesse) sarebbero evitate e lo Stato, ovvero tutti noi, avrebbe la REALE autonomia di gestione del Paese.

Chi teme che lo Stato possa in qualche modo iniziare a stampare moneta fuori misura e fuori controllo è una persona che non ha fiducia nello Stato.Sappiamo bene che i politici nostrani sono collusi con ogni interesse immaginabile (banche, petrolio, armi, droga, prostituzione ecc..) ma la domanda che dobbiamo porci è molto semplice:
Perché un politico dovrebbe RIFIUTARE la responsabilità di creare denaro per il popolo?
Se egli è onesto non ci dovrebbero essere problemi poiché opererà secondo ETICA e REGOLE corrette e democratiche. Solo un politico disonesto, con un ultimo barlume di sincerità dirà: “No, guarda.. non darmi questa stampante in mano perché mi conosco e mi stamperei montagne di soldi per me e i miei amichetti!”.

Fortunatamente in questo caso la soluzione è semplice: si ringrazia e si manda a casa l’individuo prima che possa fare, per sua stessa ammissione, dei danni terribili.
L’ultimo caso è che il politico sia effettivamente disonesto...Ma se è disonesto perché dovrebbe rifiutare una così ghiotta occasione?
Non per remore morali in quanto abbiamo detto che è già disonesto.Se non lo fosse (disonesto) accetterebbe subito la stampante e si comporterebbe come i tanto decantati Governatori di una qualsiasi e privatissima Banca Centrale, ai quali è riconosciuta stima e saggezza fuori dall’ordinario e notoriamente operano secondo il bene della Comunità. Einaudi ebbe a dire:”Alla scarsità dell’oro si è sostituita la saggezza del governatore [della Banca Centrale, n.d.A.]” (sic!).

Ma allora un ladro perché non ruba? Forse perché c’è un pezzo grosso molto più potente di lui? Forse c’è un’entità che NON VUOLE dargli la stampante e far si che si crei denaro per il popolo (pur con il rischio di ruberie politiche)? E questa entità superiore è onesta? Se così fosse DOVREMMO IMMEDIATAMENTE cedergli ogni potere, poiché saprebbe ben governarci, di sicuro meglio del politico di cui sopra, o no? E se fosse invece disonesta perché ha in mano la stampante e affama il popolo facendolo vivere in un regime di anemia finanziaria? E questa entità superiore disonesta tanto, anzi più, del politico chi è se non Il Grasso Bankiere©?

E’ evidente che il politico NON VUOLE E NON PUO’ prendere la stampante in nome del popolo perché i banchieri privati internazionali NON LO PERMETTERANNO MAI.
Eleggiamo persone che sono sponsorizzate dai banchieri e che quindi non opereranno mai in un’ottica popolare ma sempre a vantaggio dei loro VERI DATORI di lavoro.
E’ pur vero che solo POLITICAMENTE si potranno invertire le cose ma per far ciò occorre la CONSAPEVOLEZZA di una grande fetta della popolazione, che sia informata, cosciente e motivata ad operare un RADICALE CAMBIAMENTO NELLA SCENA POLITICA.

A tal fine questo articolo deve essere divulgato presso il Popolo tutto, assieme ad altri scritti, libri, manifestazioni e dibattiti pubblici che spieghino quale sia LO VERO MALE DELLO MONNO e le soluzioni terribili e dolorose che si dovranno presto adottare per non cadere nel baratro.


Fonte: www.signoraggio.com